Notizia fresca, 21 aprile 2020. La società francese SiPearl firma un accordo con ARM per l’utilizzo della piattaforma di nuova generazione Neoverse, codename “Zeus”, con l’obiettivo di realizzare i microprocessori a basso consumo destinati al supercomputer europeo exascale (in grado di eseguire duemila miliardi di miliardi di operazioni matematiche in virgola mobile al secondo). Un piccolo primo passo per la European Processore Initiative (EPI), il consorzio sviluppato dalla Commissione Europea nell’ambito del progetto Horizon 2020; un grande passo per Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea in carica, che nella sua agenda politica prometteva un ingente sviluppo del digitale e soprattutto la sovranità tecnologica.
Lo sviluppo di un microprocessore per supercomputer permetterà alla Comunità Europea di gestire i propri affari in modo indipendente. D’altronde è una necessità tangibile e comprensibile, in virtù della morsa tecnologica che ci attanaglia: da un lato gli Stati Uniti e la Silicon Valley, dall’altro l’influenza orientale di potenze come Russia e Cina. A beneficiare di questa mossa saranno settori chiave come la ricerca, la salute, le capacità previsionali, la gestione dell’efficienza energetica, o ancora chimica, ingegneria, cyber-security e smart-cities.
Un’Europa ambiziosa, quella che si sta concretizzando e che sogna la tedesca von der Leyen. Possiamo puntare sulla comunicazione 5G (sempre che qualche fanatico non intenda bruciare altre antenne e BTS, come sta avvenendo anche in Italia), ma anche specializzarci su tecnologie all’avanguardia come le intelligenze artificiali, l’Internet of Things (IoT), la blockchain, i big data in generale e il calcolo quantistico. L’idea è quella di tornare a essere d’esempio per gli altri, sviluppando un modello che sia etico, equo, sicuro ed attento alla privacy.
forse è troppo tardi per replicare gli hyperscaler, ma non è troppo tardi per ottenere la sovranità tecnologica in alcune aree tecnologiche cruciali
Ursula von der Leyen
Tutto questo parte dalla definizione degli standard nelle telecomunicazioni, ambito in cui come Unione siamo sempre stati influenti a livello mondiale. L’Europa ha già in passato stabilito delle soglie di qualità che hanno fatto scuola in tutto il mondo, diventando norme universalmente accettate e spesso condivise: l’ultimo esempio è il GDPR, regolamento generale sulla protezione dei dati.
Siamo piccoli dal punto di vista informatico e tecnologico, se rapportati ai colossi. In una società governata dagli algoritmi nel cui il bene più prezioso non è più l’oro ma sono i dati, non stiamo certo vincendo il nostro braccio di ferro politico ed economico (l’immagine di apertura, oltre a rappresentare questo concetto, è un simpatico gioco di parole inglese… “braccio di ferro” diventa “arm wresting”, dove ARM potrebbe essere l’architettura degli elaboratori piuttosto che il braccio). Parlare di sovranità tecnologica è un messaggio carico e denso di significato, ma soprattutto un percorso in salita che vede la collaborazione tra stati più che mai essenziale.
IT Manager, System Administrator, Sociologo, Politico a tempo perso. Vicentino, classe 1991.
Questo è il mio blog personale, nel quale cerco di proporre analisi e ragionamenti di attualità nei temi in cui sono più preparato. Scopri di più nel mio curriculum vitae, o mettiti in contatto con me!